Tutto ha inizio quando un ragazzino del Colorado di 14 anni decide di provare a costruire una mano robotica con i Lego. Si, avete capito bene: con i Lego. A quel tempo, Easton LaChappelle, non sapeva quasi nulla di elettronica, ma imparava attraverso siti web (vd. Instructables) come ottenere una mano che potesse aprire e chiudere le dita utilizzando filo da pesca e servote Scmotori. Il progetto gli è poi valso il terzo posto alla Colorado Staience Fair del 2011. E’ stato lì che ha incontrato una bambina di 7 anni, che indossava un braccio protesico il cui costo era l’incredibile cifra di 80.000 dollari. Dopo aver capito che una cifra del genere non era accessibile ai più, Easton focalizza che il suo prossimo passo è realizzare una protesi economica. Grazie all’aiuto di un amico, che gli concede l’utilizzo di una stampante 3D, un programma per l’elaborazione grafica come SolidWorks e parti già disegnate prelevate da Thingiverse, inizia la sua prototipazione. Con appena 250 $ riesce a costruire un braccio ed una mano che gli consentiranno poi di ricevere l’invito per la prestigiosa White House Science Fair, la fiera delle Scienze della Casa Bianca. E poi al TED.
Utilizzando tecnologie ormai diffuse, compresa la famosissima scheda italiana “Arduino”, questo semplice ragazzo è riuscito a dare speranza a tante persone, ma anche a creare una nuova fase, un nuovo inizio, per la robotica. Ha partecipato, su invito, al progetto Robonaut della NASA ed oggi le sue protesi possono essere controllate tramite un sensore indossabile posto all’altezza della tempia così come è mostrato nel video. Cosa sconcertante è la sua giovane età. Se con mezzi di fortuna, ed a soli 17 anni, Easton ha fondato la Unlimited Tomorrow ed è riuscito a creare una mano robotica controllata wireless attraverso un sensore che legge i segnali del cervello, cosa potrà fare da “grande”? Cosa potrà creare con strumenti migliori e con risorse maggiori? Fin dove vorrà spingersi? Nell’attesa di avere queste risposte direttamente da lui, al quale abbiamo chiesto un’esclusiva intervista, ho provato ad immaginare il suo impatto sociale, non tanto tecnologico. Cosa ci insegna Easton? Che la follia dietro un semplice pensiero quale “voglio costruire questa cosa” è fatta si di sacrifici, ma anche e soprattutto di tanta determinazione. E’ forse il segnale più distintivo di coloro che hanno cambiato e che, forse, cambieranno il mondo. Non occorre un intelletto superiore o una genialità alla Einstein, ma la consapevolezza che bisogna sempre innovarsi e mettersi alla prova.
55 anni dopo “Robbie”, il primo racconto sui robot, divenuto poi il best seller “I, robot” del grande Asimov, potendo osservare l’evolversi di tecnologie così incredibili mi viene da citarne una frase che incarna perfettamente la piacevolissima ansia che potrà provocare il “domani senza limiti” del giovane Easton:
“Qualsiasi innovazione tecnologica può essere pericolosa: il fuoco lo è stato fin dal principio, e il linguaggio ancor di più; si può dire che entrambi siano ancora pericolosi al giorno d’oggi, ma nessun uomo potrebbe dirsi tale senza il fuoco e senza la parola“.
Be innovative!