

Twitter, Instagram, hashtag, fotografia, selfie, tag, tette, softporn. Parole singole che messe insieme portano ad un solo termine.. #underboobs ..E’ l’evoluzione storica del selfies, con una declinazione che incrocia il porno leggero, quello che ricorda la commedia sexy all’italiana degli anni 70 e 80. Parlai qui dell’idea bizzarra avuta dal nuovo marketing manager di Pornhub, a proposito di una nuova moneta complementare creata proprio dagli autoscatti di donne disinvolte. #Underboobs, il selfies del sesso, nasce in America terra di libertà a 360°, dove egocentrismo va a braccetto con la mancanza di pudore, sopratutto nella sfera femminile. Il tutto parte sempre dalla giovani star del cinema, della musica e del jet set internazionale, che grazie alla loro popolarità, cercano di restare sull’olimpo delle persone più famose, senza escludere nessuna soluzione.
“Le foto sotto le magliette” stanno spopolando a tal punto da essere diventate tema di discussione non tra gli adolescenti (che ne fanno grande uso), ma tra sociologi, psicologi, genitori di tutte le età e specialisti del web, che mai pensavano ad un utilizzo così poco appropriato della tecnologia. Il problema è quanto possa cambiare questo modo di esporsi in mondo inusuale e senza freni, in un mondo fatto persone che hanno problemi col sesso, pedofili che usano internet per adescare ragazzine, le stesse che non sanno chi e cosa si nasconda dall’altra parte dello schermo. In passato casi di fotografie e video di nudo, prodotte per ricaricare credito telefonico, o carte prepagate erano un segnale del modo con cui gli adolescenti, usavano inopportunamente il web per fare soldi. Ora siamo inondati da immagini gratuite, su ogni profilo social e basta digitare l’apposito hashtag #underboobs, per conoscere persone nuove e fare incontri a luci rosse. Questo è la nuova interpretazione della comunicazione ai tempi di internet. Quali altri selfies arriveranno ora?