In occasione del suo decimo anniversario l’azienda francese Netatmo realizza un’indagine e fa la radiografia dello status della smart home nel nostro paese.
Italiani molto più evoluti e attenti di quanto non si creda. I trend per il futuro ruotano intorno alla sostenibilità.
Sono passati 10 anni da quando Fred Potter fondò a Parigi la società Netatmo con lo scopo di rivoluzionare il concetto di casa intelligente, rendendola accessibile a tutti e sempre più smart.
Nel corso degli anni, Netatmo ha saputo affermarsi come uno dei principali player nel settore, sviluppando un’ampia gamma di prodotti per il riscaldamento domestico, la videosorveglianza, il meteo, il controllo della qualità dell’aria, oltre a una linea di soluzioni professionali per la casa connessa “with Netatmo” sviluppata in collaborazione con altri importanti brand.
Nel 2020 l’azienda ha registrato una crescita delle vendite a doppia cifra.
Dal lancio nel 2012 del primo prodotto sul mercato – la celebre Stazione Meteo intelligente – il file rouge che accomuna tutti i dispositivi dell’azienda francese è la semplicità d’uso e d’installazione, per garantire agli utenti il massimo comfort, in base al proprio stile di vita.
A questo si aggiunge una grande attenzione per il design, ricercato ed elegante, che caratterizza tutti i dispositivi e li rende veri e propri elementi d’arredo. Un esempio tra tutti è il Termostato Intelligente, disegnato da Philip Starck.
Inoltre, in questi ultimi anni l’azienda ha fatto particolare focus sulla protezione della privacy dei clienti. Per questo, infatti, le Videocamere Intelligenti da interno e da esterno sono dotate di un sistema di archiviazione locale, così da evitare il rischio di hackeraggio di immagini e video.
Dal 2018 l’azienda è entrata a far parte del gruppo Legrand, di cui Bticino è capofila in Italia. Questa partnership ha consentito a Netatmo di contare su una grande rete di distribuzione in 94 paesi nel mondo.
Smart home in Italia: a che punto siamo?
Il decimo anniversario rappresenta per Netatmo anche un’occasione per fare un bilancio sull’andamento del mercato della smart home, in particolare in Italia. A questo proposito, in collaborazione con la società di ricerche di mercato Dynata, tra aprile e maggio scorsi, l’azienda ha condotto un’indagine su un campione rappresentativo di oltre 1000 persone con un’età compresa tra i 25 e i 55 anni dalla quale emergono dati molto interessanti.
In media, 2 italiani su 3 possiedono un prodotto per la smart home
Dalla ricerca è emerso che il 64% degli italiani tra i 25 e i 55 anni ha in casa un dispositivo intelligente, con una prevalenza della componente maschile (69%) rispetto a quella femminile (59%). Mentre solo il 4% non sa cosa siano i prodotti per la smart home. Al contrario di quanto ci si possa aspettare, i dati provenienti dalle differenti regioni d’Italia sono piuttosto omogeni così risulta che ad avere almeno una soluzione sia il 65% per il Nord Ovest, il 58% per il Nord Est, il 69% per il Centro Italia e il 64% per il Sud e Isole.
Quali sono i dispositivi smart preferiti dagli italiani?
I risultati dimostrano che 6 italiani su 10 possiedono un altoparlante, mentre 4 su 10 hanno acquistato un prodotto per l’illuminazione (per esempio, luci interne ed esterne, lampadine, prese, ecc.), un elettrodomestico o un dispositivo per la sicurezza intelligente. In particolare, rispetto ad altre fasce d’età, i giovani (25-34 anni) dimostrano uno spiccato interesse per i prodotti che migliorano la qualità d’aria (32%), per l’esterno e per il giardinaggio (24%).
Inoltre, più di un terzo degli intervistati è in possesso di un prodotto per il riscaldamento: il 39% nel Nord Ovest e Centro d’Italia, il 34% nel Nord Est e il 31% nel Sud e Isole.
I benefici che offrono i dispositivi intelligenti sono sicuramente numerosi, ma c’è ancora chi è restio all’acquisto di queste soluzioni. Il 36% afferma di non aver bisogno di prodotti smart. Il 40% dichiara che uno dei principali deterrenti riguarda il costo, mentre circa un quarto degli intervistati non sceglie prodotti smart perché preoccupato per la propria privacy e perché teme che i propri dati personali possano essere violati da attacchi informatici. Solo il 6% è frenato da un problema legato all’installazione.
Gli italiani scelgono il comfort e la sicurezza con un occhio alla sostenibilità
Le motivazioni degli utenti che possiedono già un prodotto smart sono simili a quelle di coloro che non lo hanno ancora acquistato, ma desiderano farlo. In cima domina la voglia di migliorare il comfort domestico, seguita dall’intenzione di aumentare il livello di sicurezza, di creare scenari di automazione e controllare i prodotti elettrodomestici da remoto.
Si nota anche l’attenzione degli italiani su aspetti legati all’ambiente. Infatti, 1 italiano su 3 ha comprato un prodotto intelligente proprio per rendere la propria casa più sostenibile. Questo è anche una ragione importante che spinge verso un eventuale acquisto.
Nel 2021, l’77% del campione ha dichiarato l’intenzione di comprare un nuovo prodotto smart, tra questi quasi un terzo è interessato all’acquisto di un elettrodomestico intelligente e ad un prodotto per l’illuminazione (il sondaggio ha rilevato l’interesse soprattutto da parte degli uomini tra i 25 e i 34 anni). Si conferma anche la tendenza verso soluzioni per la sicurezza (24%), per la qualità d’aria (23%) e per il riscaldamento (20%).
La casa smart ai tempi della pandemia
Lo studio ha svelato anche come è cambiata la visione degli utenti della propria abitazione durante la pandemia, periodo nel quale sono stati costretti a passare molto tempo in casa. Nella fascia 35-55 anni, il genere femminile si è mostrato più sensibile ai temi legati alla sostenibilità, efficienza energetica, qualità dell’aria e comfort domestico.
Mentre l’attenzione alla sicurezza e all’automazione domestica è abbastanza omogenea per entrambi i sessi e fasce d’età.
Il 53% degli intervistati dichiara di aver apportato delle migliorie alla propria abitazione durante la pandemia: il 16% si è occupato del proprio balcone o terrazzo, mentre il 14% del soggiorno. Contrariamente a quanto si possa pensare, poca attenzione è stata dedicata all’ufficio di casa. L’ottimizzazione di questi spazi è stato fatto solo dal 14% degli utenti tra i 25 e i 34 anni e dall’11% di quelli tra i 35 e 44 anni. Infine, solo un residuo 4% si è dedicato alla totale ristrutturazione della propria casa.
“I risultati dell’indagine confermano un’idea che ho da tempo, ovvero che gli italiani sono un popolo molto entusiasta dei prodotti per la smart home. La pandemia ha inciso sicuramente sulle abitudini dei nostri utenti, ma allo stesso tempo ha messo in luce una grande necessità di comfort domestico. Per questo motivo sono sicuro che la percentuale di persone che si affideranno a soluzioni smart aumenterà nel prossimo futuro. Noi di Netatmo continueremo ad impegnarci per seguire al meglio i trend del mercato in costante evoluzione”
afferma Fred Potter, fondatore di Netatmo.
Secondo Fred Potter, tra 10 anni la quota di persone che possiede almeno un dispositivo per la smart home raggiungerà l’85%. I temi sui quali sarà necessario concentrarsi sono sicuramente la protezione delle informazioni sensibili dei consumatori e la sostenibilità.