

Potevo fare un articolo sul mio blog personale Blaggando, ma non volevo che le persone pensassero che mirassi a fare visite e portare traffico sul mio canale. Da qualche tempo contribuisco a questa testata, perchè credo che la conoscienza e la diffusione di essa, possa aiutare altre persone. Questo è un insegnamento e non solo l’unico, che una cara persona mi ha lasciato prima di partire alla scoperta di nuovi mondi. Con tristezza, ho appreso da un amico lo scorso venerdì della scomparsa di un grande uomo, consociutissimo nel panorama italiano e internazionale per le sue gesta di giornalista, blogger, innovatore, startupper, consigliere. Alberto D’Ottavi, se ne andato alla giovane età di 49 anni stroncato da un ictus, che non gli ha lasciato scampo. Personalmente l’ho consociuto poco meno di un anno fa al Decoded Fashion, evento sulle fashion tech in cui Alberto partecipava come advisor per uno degli sponsor, FT Accelerator. Dopo l’evento e l’aperitivo di chiusura, siamo andati a cena, insieme a Davide Bertarini (che non ringrazierò mai abbastanza per avermelo fatto consocere). A tavola è stato un susseguirsi di battute, racconti e risate parlando del più e del meno, della sua attività in Blomming, del suo passato, dei nostri progetti individuali futuri, uno scambio di consigli e dritte del mestiere, che una persona come lui conosceva bene. Lui aveva maturanto una tale competenza negli anni, da essere un oracolo a cui tutti si rivolgevano per ricevere risposte. Scrittore e giornalista di lungo corso, ti faceva innamorare di questo mondo (quello delle nuove attività innovative), a tal punto da poter stare ad ascoltarlo per ore senza mai annoiarsi. Finita la cena mentre fumavamo una sigaretta, si parlava di un mio progetto e mi disse..”Fabry, io te lo auguro, ma con quello non farai mai soldi e ricordati, i soldi bisogna fare“.
Quella frase rimarrà per sempre dentro di me, e sarà il mio personale ricordo di te caro Alberto. Ma D’Ottavi, in circa dodici mesi l’ho rivisto altre volte, come al Pitti a gennaio, agli hangout per parlare di idee, ci siamo sentiti via mail, per scambiare punti di vista su Twitter a suon di tweet. Solo domenica scorsa (l’ultima volta che ho potuto vederlo) eravamo al Tag, dove lui era parte della giuria per la Global Fashion Battle, un hackathon sul mondo della moda che capitava a pennello con la fashion week milanese. Quel pomeriggio come sempre abbiamo scherzato e parlato di cose serie, e ci siamo salutati chiudendo con questa frase: “Elisa, ma torni a Torino con quei due??..sei pazza..” ..Elisa Barberis, giornalista de La Stampa era sola e le avevo offerto il ritorno con me e l’amico Davide Bertarini, anch’esso giunto a Milano per vedere le presentazioni dei progetti e salutare gli amici di sempre. Fare lo startupper, vuol dire lavorare anche la domenica, ma senza che questo ti pesi, perchè Alberto D’Ottavi amava il suo lavoro, stare in mezzo alla gente, ai giovani innovatori, sacrificare parte del suo tempo, perchè credeva fortemente in tutto ciò che la vita gli aveva dato. Ora è partito alla scoperta di un nuovo mondo, con la solita curiosità del suo essere giornalista, con la sua vivacità e voglia di vivere che lo rendeva unico ed inimitabile.
Arrivederci Alberto, prima o poi ci rivedremo.