La scelta del logo non risponde più alla domanda ti piace o non ti piace, è un approccio ormai obsoleto e con un grande margine di errore.
Si sta facendo sempre più spazio alla scelta ricavata attraverso una ricerca di neuromarketing. Attraverso specifici strumenti si ottengono evidenze misurabili che permettono di testare la reazione spontanea e non conscia dei consumatori di fronte ad un’immagine, logo, prodotto, etc.
È il caso del neonato B Side, laboratorio di neuromarketing che per scegliere il proprio logo ha fatto una ricerca da cui è emerso che tra i 10 loghi proposti Il 58% ha apprezzato il logo blu di Bside inconsapevolmente, contro il 37% che lo ha scelto dichiarandolo nel questionario scritto. Oggi le ricerche scientifiche ci dicono che il primo dato è quello attendibile.
La metodologia usata:
- Eye Tracking per misurare l’attenzione visiva spontanea;
- EEG che misura l’impatto cognitivo dato dallo stimolo;
- Questionario finale, cioè una raccolta di risposte razionali, a supporto dei dati biometrici.
Per tutte le alternative di logo proposte, sono state condotte le analisi del comportamento visivo e calcolato gli indici di interesse, di sforzo cognitivo e di memorizzazione.
Risultati
Dall’integrazione dei dati ottenuti con EEG e Eye Tracking, è emerso che il logo prescelto, nella sua totalità, suscita un impatto positivo in quanto ha ottenuto:
- valore massimo di memorizzazione
- buon valore di Interesse, quindi risulta percettivamente gradevole
- valore minimo di sforzo cognitivo
- alta visibilità di nome e payoff