Con il proliferare dei progetti Web3, legati alla blockchain, agli NFT, al metaverso e alla finanza decentralizzata, la figura del Reputation Manager è diventata fondamentale. Ecco il punto di vista di Erika Rosenstein, Managing Director di Rosenstein Capital, una realtà che aiuta startup, leader e imprenditori a raggiungere i propri obiettivi di business, attraverso attività di investor relations, analyst relations e strategic advisory.
Quali sono le sfide legate al mondo del Web3?
Negli ultimi anni si è verificata una crescita esponenziale dei progetti legati al Web3. Molti imprenditori, infatti, hanno approfittato della sempre maggiore attenzione rivolta alla blockchain, alle criptovalute, agli NFT e al metaverso per dare vita alle proprie idee. Parallelamente, il mercato delle crypto ha garantito enormi ritorni agli investitori quando, a novembre 2021, Bitcoin ha oltrepassato i 60mila dollari.
Questa situazione ha favorito il fiorire di numerosi progetti, i quali tuttavia si trovano a fronteggiare tre problemi fondamentali. Innanzitutto, la piaga delle scam che ha rovinato il mondo crypto, tradendo la fiducia degli investitori – i quali, oggi, sono molto più cauti. In secondo luogo, il mercato ha esperienziato una serie di eventi che hanno portato ad un crollo del valore delle crypto: anche questo ha determinato una maggiore cautela da parte degli investitori. Da ultimo, il proliferare di progetti legati alla blockchain, agli NFT, alle DAO, al metaverso ha creato una forte competizione, per cui differenziarsi dai propri concorrenti attraverso una strategia di reputation management ad hoc è diventato fondamentale.
Qual è il ruolo delle PR in questo contesto?
Le pubbliche relazioni, insieme al reputation management, sono diventate certamente una priorità per ogni progetto Web3 che intende emergere.
Le PR aiutano la società ad ottenere visibilità negli ambienti più rispettati (e frequentati da persone influenti). Molti pensano che fare PR significhi affidarsi ad un’agenzia random, comprare qualche intervista su siti, magazine, podcast più o meno conosciuti, far finta di essere apparsi in un billboard a Times Square (che magari risulta essere un video montato ad hoc da un’agenzia truffaldina), e così via. PR è l’opposto, è sinonimo di credibilità e, proprio per questo, ha un impatto enorme sulla reputazione della società / del progetto.
PR significa intessere relazioni con gli stakeholder che contano: con i giornalisti che scrivono di blockchain, DeFi, DAO, NFT, Metaverso. Significa dialogare con i podcaster più ascoltati, con gli advisor più rispettati, con gli influencer più seguiti.
Ancora, c’è chi crede che fare PR significhi partecipare ad eventi con il solo scopo di scattare qualche fotografia, pubblicare qualche post su LinkedIn e raccogliere contatti che, con molta probabilità, non porteranno mai a collaborazioni concrete. Fare PR significa partecipare agli eventi avendo in mente obiettivi specifici, in modo da generare un ritorno sull’investimento (del resto, partecipare agli eventi comporta una spesa – talvolta ingente).
In altre parole, una strategia di PR efficace può concretamente aiutare la tua società a costruire una reputazione autorevole. Questo cosa comporta? Non solo il progetto potrà avere grande visibilità grazie ad articoli, blog post, podcast, interviste. Il progetto sarà percepito come degno di fiducia da potenziali investitori, partner, fruitori dei beni o servizi offerti, aiutandoti il team a raggiungere gli obiettivi prefissati e a supportare la crescita della società.
Parlando di Reputation Management, esiste una forte connessione tra reputazione, credibilità e fiducia da parte degli investitori. Un consiglio per tutti gli startupper che stanno lanciando, o hanno lanciato, un progetto Web3?
Come dico sempre, la reputazione è il nostro biglietto da visita. A ben vedere, quando un progetto viene additato come scam, tutti i membri del team ne risentono. Per alcuni, diventa difficile iniziare nuove collaborazioni perché la fama di (presunti?) scammer li precede. O ancora, un progetto di cui molti parlano male, che è in ritardo sulla roadmap, il cui team non risponde alle domande che vengono poste sui vari canali… ecco, investireste i vostri soldi in un progetto del genere? Come vedi, la reputazione, tanto del team quanto del progetto in sé, è fondamentale.
Un consiglio applicabile a qualunque progetto, in qualunque fase di sviluppo: prendete gli advisor giusti a bordo. Una delle conseguenze del boom della blockchain (e, oggi, degli NFT, del metaverso, delle DAO e così via) è la presenza, soprattutto sui social media, di persone che si presentano come esperti ma che, in realtà, di esperienza ne hanno poca. Magari hanno un lungo curriculum su LinkedIn, sono advisor e CMO di numerosi progetti, sono speaker ai soliti eventi ma poi, di fatto, non si sono mai “sporcati le mani”. Quando scegliete gli advisor, ponetevi le seguenti domande: di cosa ha bisogno il progetto? Quali sono i punti deboli? Quali sono i nostri obiettivi e chi può aiutarci a raggiungerli?
Queste domande vi aiuteranno a trovare le figure più adatte al vostro progetto Web3.
Fate la vostra due diligence, non fermatevi alle apparenze e cercate di capire se il professionista in questione ha davvero l’esperienza necessaria. Anche gli advisor hanno una loro reputazione e giocano un ruolo importante nel costruire la vostra.