In questi giorni sulla mia pagina facebook ho avuto modo di dibattere circa la “lezione” tenuta da Flavio Briatore agli alunni dell’università Bocconi di Milano interessati all’imprenditoria.
Al di là della provocazione fatta ai ragazzi, incoraggiati a fare un lavoro normale, in quanto le startup (tecnologiche, ndr.) sono fuffa, su cui si può essere più o meno in accordo, mi ha sconcertato il messaggio che l’ex team manager di F1 ha voluto trasmettere.
Secondo il suo punto di vista, i ragazzi che lavorano nel suo locale e fanno un lavoro normale, sorridono sempre perché guadagnano 5.000€ al mese di mance, perché 1.400€ sono troppo pochi e non ne vale la pena.
Allora caro Briatore, con tutto il rispetto per la tua carriera ed i tuoi successi sportivi e nei locali notturni a porto cervo e montecarlo, ora provo a dirti quali sono secondo me i motivi per cui un ragazzo dovrebbe sorridere mentre lavora e, soprattutto, che cosa vale di un lavoro e di una persona.
Intanto il lavoro nobilita l’uomo, qualsiasi esso sia, e la felicità ed il valore di un ragazzo non è dato dal suo stipendio, e nemmeno dal tipo di lavoro che fa. Ognuno di noi vale per il solo fatto di esserci e di avere la fortuna tutte le mattine di svegliarsi. Questo mi sembra già un buon motivo per sorridere.
Non si può pensare che una persona che guadagna 5.000€ valga di più di una che ne guadagna 500, e che per quel lavoro valga di più la pena spendere la propria professionalità e la propria vita.
Non si può pensare che una persona che fa un lavoro normale (che poi bisognerebbe capire quali sono i lavori normali secondo il Briatore pensiero) valga di più di una che fa un lavoro non normale.
Inoltre ritengo che un valore aggiunto non indifferente stia nel fare un lavoro socialmente utile come, ad esempio, inventarsi un nuovo prodotto o un nuovo servizio, magari innovativo, magari sfruttando le nuove tecnologie, che possano migliorare la vita delle persone.
Solo che per fare questo tipo di lavoro ci vuole coraggio, molto coraggio. Serve la voglia di rischiare, di mettersi in gioco, di inventarsi un lavoro, di non accontentarsi di un lavoro normale o di non guardare solo al proprio profitto immediato, ma di guardare più avanti, come fanno gli innovatori.
Forse i giovani bisognerebbe spronarli ad avere coraggio, a non accontentarsi di un lavoro normale se hanno dei talenti diversi da sfruttare, magari per fare una startup (ovvero un’azienda come quelle che hai tu, solo che ancora in fase di lancio) e commercializzare un prodotto o un servizio innovativo come Groupon (la stessa Groupon che hai usato durante una delle prove di The Apprentice, il tuo programma su Sky), che ha dato la possibilità a molte persone di provare dei servizi che diversamente non avrebbero mai potuto permettersi, come Microsoft o Apple che hanno portato il computer in tutte le case e adesso lo smartphone, come internet e facebook che ci hanno connessi tra di noi e hanno azzerato le distanze nel mondo, o addirittura come quelle startup che hanno inventato quelle tecnologie che sono state poi utilizzate per migliorare le prestazioni e la sicurezza delle vostre monoposto in F1. Perché le auto fatte dagli artigiani hanno il loro valore, però in pista hai usato tutte le ultime tecnologie disponibili..
La prossima volta che usi un iPhone o una delle moltissime app utili che esistono, o che prenoti un volo su internet o che compri un rolex online ricordati di ringraziare il coraggio dei ragazzi che hanno avviato la startup che ha reso tutte queste belle cose possibili.