Se l’anno da poco concluso ha segnato l’inizio delle ostilità tra il governo italiano e gli operatori del gioco d’azzardo, il 2019 porterà un ulteriore inasprimento dei queste ultime contestualmente all’aumento del prelievo erariale su tutta la filiera.
Dopo le elezioni di marzo e il conseguente tira e molla che ha portato alla formazione del governo attuale con l’alleanza Movimento 5 Stelle e Lega, il nuovo esecutivo ha mosso i primi passi promulgando il D.L. 87/2018 meglio conosciuto come Decreto Dignità. All’articolo 9 di suddetta legge vi sono i provvedimenti riguardanti il gioco d’azzardo, su tutti il blocco totale di pubblicità e sponsorizzazioni per le aziende del gioco.
Con il DL Dignità l’esecutivo giallo-verde ha chiarito le proprie intenzioni nei riguardi del settore, non senza sollevare polemica da parte degli addetti ai lavori. Tolto lo strumento del marketing, di fondamentale utilizzo da parte delle aziende del settore, il governo ha tirato una nuova stoccata al gioco d’azzardo alzando le tasse in maniera quasi trasversale, ritoccando le percentuali del gioco per far quadrare i conti da presentare all’Europa.
I provvedimenti della Legge di Bilancio che riguardano il gioco d’azzardo
Non un anno facile quello che si apprestano ad affrontare i concessionari di gioco d’azzardo, le premesse funeste sono tutte nelle parole del vicepremier Luigi Di Maio che ha rilasciato un’intervista al Tg1 proprio in seguito all’approvazione della Manovra: “Alziamo le tasse a banche, assicurazioni e concessionari di gioco d’azzardo e le abbassiamo, con quei soldi, alle partite Iva, alle imprese, ai pensionati”. Una legge passata all’ultimo minuto, figlia di una lunga e tormentata trattativa. Per quanto riguarda il caso specifico del gioco d’azzardo la Legge di Bilancio concretizza quelle che erano le premesse del Decreto Dignità.
Aumentano le tasse per Slot e VLT
L’aumento del PREU, prelievo erariale unico, sulle apparecchiature Slot e le più moderne Videolottery è di, rispettivamente, 1,35% e 1,25%. Bisogna considerare che su tutta la torta del gioco d’azzardo Slot e VLT fisiche rappresentano quasi la metà del totale, con questi aumenti che possono sembrare lievi il governo si assicura circa 450 milioni di euro in più annui.
Altro dato di particolare interesse riguardo questi apparecchi è che la percentuale RTP (retourn to player, ovvero quanto dell’importo giocato la macchina restituisce in forma di vincita) delle Slot va al 68% e quella delle VLT va al 84%. Idealmente se giochiamo 100€ in una vecchia slot dovremmo vincerne 68, con le nuove VLT si arriva invece a 84, ciò significa che ogni giocatore un po’ più esperto comincerà (se non l’ha gia fatto) a migrare le proprie giocate verso le apparecchiature più moderne.
Segno dei tempi considerato che la riduzione delle slot è già in atto per legge. Nell’estate 2018 l’ADM, l’Agenzia Dogane e Monopoli che regola il gioco in Italia, ha reso noto che la Manovrina del governo Gentiloni comprendente la dismissione di 140mila è stata ultimata. Al momento in Italia dovrebbero esserci poco meno di 260 mila slot e circa 55 mila VLT.
La tassazione dei giochi online
Già preso di mira con il Decreto Dignità, anche stavolta il gioco online torna sotto la lente del governo e subisce una tassazione del 25%. Anche in questo caso gli addetti ai lavori avranno di che lamentarsi come già hanno fatto (e fanno ancora) in merito all’esclusione della pubblicità dalle loro strategie di vendita.
Se Slot e VLT fisiche rappresentano la metà di quella torta da 100 miliardi (per la precisione gli italiani nel 2017 hanno giocato 101,8 miliardi di euro) che è il gioco d’azzardo, il gioco online rappresenta un quarto dell’indotto con la differenza che il settore sta crescendo a ritmo esponenziale. Dal 2015 al 2017 l’online è cresciuto del 59%, i nuovi orizzonti del gambling hanno praticamente gli stessi limiti dell’internet: infiniti. Le aziende del settore hanno cominciato da tempo a investire sul passaggio da giochi fisici a giochi digitali, ogni operatore di gioco al top ha library di slot, giochi da casinò e palinsesti sportivi praticamente sconfinati e in costante aggiornamento.
Il pubblico di questo tipo di giochi cresce ed entrano a farne parte moltissimi giovani. In Italia è ovviamente negato il gioco ai minori e ogni azienda con regolare licenza rispetta l’obbligo non fornendo account di gioco a questa audience di giovanissimi. Ciò nonostante una ricerca del CNR segnale che circa il 37% degli studenti tra i 15 e i 19 anni (del campione intervistato) ha dichiarato di aver giocato almeno una volta nell’arco del 2017. Segno che il gioco ha un forte richiamo verso le persone di questa fascia di età e che accedervi per questi soggetti non è affatto impossibile.
Le buone notizie
Il governo non si è mostrato sordo a certe richieste degli addetti ai lavori e ha fatto degli sconti, mostrando quanto meno la volontà di non imporsi con atteggiamento proibizionistico. Innanzitutto l’ippica, settore dell’azzardo molto in crisi, è stata risparmiata da queste sovrimposizioni. Poi sono state prorogate le concessioni per scommesse, SuperEnalotto e Bingo, altra richiesta che era stata fatta a gran voce ai tempi del DL Dignità. Inoltre è stato previsto il rilancio del Casinò di Campione con relativo salvataggio dei posti di lavoro a rischio.
Buona notizia anche per i più nostalgici: torna il Totocalcio. In realtà questo ritorno sarà più l’inizio di un nuovo gioco visto che la vecchia tipologia di giocata, il famoso “13”, cambierà del tutto (anche se non è stato ancora annunciato come). Nonostante l’ADM resti sempre l’organismo principale di regolazione del gioco, il Totocalcio passerà alla nuova “Sport e Salute spa”, una società governativa che subentrerà al CONI (in questo specifico caso ma anche in numerosi altri ambiti di controllo del sistema sportivo italiano) con l’impegno di stanziare gli utili proprio al mondo dello sport (incasserà l’11% dei proventi) mentre il governo sosterrà il progetto investendoci 2 milioni di euro l’anno.